A Malta per mettersi in gioco con l’inglese e con il lavoro

Resoconto dello stage all’estero di alcuni ragazzi delle terze grafiche Cfp

 

Nel mese di marzo le classi terze Cfp di grafica sono state tutte riunite ed è stato loro proposto un progetto che consisteva nel fare un’esperienza lavorativa di tre settimane all’estero: è stato chiesto a chiunque volesse partecipare di sostenere un test in lingua inglese e uno motivazionale ed i sette migliori test sarebbero stati di quelle persone che sarebbero poi partite.

Ho accettato questa sfida, ci ho provato e sono stata selezionata con altri miei compagni: Elisa Marchiori, Paola Citton (3grC), Pietro Saccon, Federico Sandi (3grA, come me) e Diego Bozzola e Sofia Polonio (3grB).

Il 22 Aprile 2018 siamo partiti con il professor Tiengo: direzione Malta! Abbiamo preso l’aereo da Milano ed una volta arrivati a Malta è venuto a prenderci un signore per portarci alle rispettive case. Noi ragazze abitavamo tutte insieme a Pembroke, in una famiglia: appena arrivate ci aspettava Jeffrey, il proprietario di casa, che ha accolto me e le mie tre compagne. I ragazzi sono stati accolti da un’altra famiglia.

L’obiettivo di questo viaggio era di farci fare uno stage in lingua inglese. Abbiamo iniziato a lavorare il 24 aprile. La mia azienda era un po’ lontana da casa, due ore di viaggio all’andata e due al ritorno, con due scali con l’autobus. Mi svegliavo alle 06.30 e dovevo essere in azienda alle 09.30, l’azienda era una delle più conosciute a Malta e aveva qualche macchina da stampa digitale a grande formato. Ero in azienda con Federico e il titolare ci ha fatto lavorare nell’ambito della prestampa, nonostante la nostra formazione in questi tre anni sia stata nella stampa…

I primi giorni sono stati faticosi, non sapevamo come muoverci con i programmi, ma grazie ai compagni e al professore siamo riusciti ad imparare in fretta.

Secondo me questa esperienza nel complesso mi ha fatta crescere molto a livello personale: ho approfondito la lingua inglese ed ho imparato un mestiere nuovo. Il mio obiettivo di un’esperienza come questa era quello di tornare a casa avendo arricchito le mie conoscenze, scoprendo una cultura a me nuova, le usanze e soprattutto notando se i metodi di lavoro sono differenti o uguali ai nostri. Non ho avuto difficoltà con la lingua perché se non capivo qualcosa mi veniva rispiegato con tranquillità e comprensione. Mi è piaciuta l’idea di fare le valigie ed andare in un paese a me estraneo ed essere indipendente e autosufficiente, dovermi arrangiare alle prime difficoltà e di fronte ad altre chiedere consigli e aiuti.

Il rapporto con la famiglia è stato positivo, e anche in questo caso mi ha permesso di conoscere un’altra dimensione: a parte qualche incomprensione, sono state persone gentili. Avevano tre figli, due cani, un gatto e qualche tartaruga; ho avuto il piacere di conoscere la figlia di qualche anno più grande di me, lei mi ha aiutata per quanto riguarda gli spostamenti con gli autobus e le strade, mi ha anche consigliato quali città visitare sia nell’isola di Malta che in quella di Comino e Gozo.

In azienda, come ho già detto, all’inizio è stata dura, ma sono tornata a casa con nuove competenze ed una prima esperienza di lavoro ricca di impegno, sia da parte mia, che dal tutor aziendale.

Consiglio a tutti i miei compagni questa sfida, perché potrà servire nel proprio futuro lavorativo e soprattutto fa crescere, maturare e diventare responsabili.

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