Grazie all’impegno dei docenti di lingua Inglese Della Valle e Formicola, al CFP San Marco sono ricominciati i progetti internazionali: quest’anno, in particolare, abbiamo riattivato il tirocinio all’estero per il settore elettromeccanico. Il progetto è stato chiamato Berlink2022, dal nome dell’ente tedesco a cui ci siamo appoggiati: quattro studenti di 3ªElettro e quattro studenti di 3ªMeccanici, nel mese di maggio, hanno svolto uno stage in alcune aziende a Berlino, alloggiando – per tutto il periodo – in famiglia.
Gli otto studenti selezionati sono Riccardo Proto, Nicola Aggio, Federico Zuccherato, Tommaso Carraro, Christian Muta, Marco Pellegrini, Elia Mion, Alessio Minto.
Nelle prime due settimane i ragazzi sono stati accompagnati dal prof. Della Valle, che ha poi passato il testimone al prof. Ismaele Furlan che, a sua volta, l’ultima settimana ha lasciato il posto al prof. Formicola.
Il prof. Della Valle ha raccontato con soddisfazione le prime due settimane nella capitale tedesca: “Il gruppo ha reagito molto bene, sia tenendo un comportamento esemplare in azienda e famiglia, sia facendosi coinvolgere nelle diverse attività ricreative che abbiamo messo in campo per il fine settimana. I ragazzi si sono resi conto di cosa significhi vivere e muoversi in una capitale europea delle dimensioni di Berlino, spesso incontrando situazioni inusuali o affrontando alcuni momenti difficili, come può essere quello di perdersi sbagliando i mezzi di trasporto”.
Al ritorno degli otto studenti, abbiamo fatto una chiacchierata con Nicola Aggio, di 3ªMecc, e Riccardo Proto, di 3ªElettro, per avere un resoconto dell’esperienza: entrambi, per prima cosa, hanno evidenziato che erano molto titubanti nell’aderire all’iniziativa. Avevano paura di dover parlare in Inglese, di stare lontani per un lungo periodo di tempo dagli amici, di abbandonare, in sostanza, la “comfort zone”. Ma non si sono affatto pentiti! “Per fortuna siamo stati spronati!”, dicono entrambi. E, paradossalmente, la lingua è stato il problema minore: “In qualche modo – spiegano – si riusciva a comunicare”. Nicola aggiunge: “Quando sei in difficoltà bisogna buttarsi. La necessità ti porta a parlare per forza, a differenza del contesto scolastico”. Oggi come si sentono al riguardo? “Sicuramente siamo un po’ più sciolti”. E con molta più voglia di viaggiare all’estero!
Non tutto, comunque, è stato semplice: adattarsi alle abitudini, alla cultura e ai cibi di altre famiglie, arrangiarsi in tutto, dal lavarsi i vestiti a muoversi in una grande città, essere puntuali e professionali al lavoro, comunicando sempre con una lingua straniera e stando lontani da casa e dagli affetti… Eppure, “pesando tutto sul piatto della bilancia – aspetti positivi e aspetti negativi – è andata bene così”, dicono i ragazzi: “Fa tutto parte dell’esperienza, che consigliamo ai nostri coetanei perché è un’opportunità da cogliere!”.
Il lavoro in azienda, poi, è stato un’occasione anche per misurarsi con il mondo del lavoro: “Nel mio caso mi sono trovato bene sia con gli altri dipendenti che con il tutor – spiega Nicola – Ho avuto mansioni diverse dalla scuola perché lì è tutto molto robotizzato, quindi le operazioni sono abbastanza ripetitive e monotone. Dopo aver lavorato un mese in quell’azienda, mi sono detto che studiando e impegnandomi di più potrei pure trovare qualcosa di meglio. Non vedevo l’ora di tornare a scuola!”.
L’esperienza è stata senz’altro arricchita anche dal confronto con una grande città moderna come Berlino: “Era grande e complicata – dice Riccardo – ma la rete dei trasporti è comoda per spostarsi ovunque”. E poi nel tempo libero è stato dato spazio alle visite in molti luoghi e musei della città: una immersione a 360 gradi nella realtà berlinese facendo vari tipi di esperienze, anche grazie alle proposte dell’ente che ha seguito tutto il progetto. Tra le varie visite, ricordiamo il Museo dello Spionaggio, il Museo della Scienza e della Tecnica, lo zoo, il Templehoff Park, il Berlin Dungeon (prigioni sotterranee), il muro di Berlino, l’East Side Gallery, il campo di concentramento di Sachsenhausen, la torre televisiva, la colonna della Vittoria… E poi dei momenti di condivisione e allegria come le partite a beach volley e a calcio, oppure la serata al bowling. Tutte occasioni per creare legami nuovi e speciali, per non avere nostalgia degli amici a casa e per scoprire i propri insegnanti accompagnatori sotto nuovi punti di vista.
Tirando le somme, cosa si sono portati a casa, tra le tante emozioni e novità, Nicola e Riccardo? “L’essere più autonomi – rispondono – e il saper trovare delle soluzioni”.
Conclude Nicola: “Se fosse stato tutto facile, non avrei imparato ad arrangiarmi, e sono contento così!”.