Nella serata di mercoledì 5 novembre si è tenuta la prima serata della Scuola Genitori, intitolata “La Bellezza dell’Educare”, condotta dallo psicologo Ezio Aceti. L’incontro, che ha visto la partecipazione di circa 100 genitori, si è focalizzato su un unico obiettivo fondamentale: conoscere un pochino di più per poter amare di più, per poter educare di più.
Il Dott. Aceti ha sottolineato che negli ultimi 40 anni è avvenuta una vera e propria “rivoluzione”, lasciando noi adulti come “pre-tecnologici”. Il risultato è che i nostri figli oggi sono spesso “soli” e sono mossi non più dalle regole, ma dalle emozioni.
Di fronte a questi cambiamenti, un grande errore è l’autoritarismo: castigare o punire (come togliere il cellulare) è inutile, perché i ragazzi – sostiene il dottor Aceti – “non capiscono il linguaggio dei ragazzi”. L’educazione deve essere basata sulla relazione, perché “tutte le regole senza relazione non servono a niente”.
Gli educatori devono agire come un pellicano: prendere il meglio, “masticarlo” e offrirlo ai giovani “come loro sono capaci di prenderli”. Più volte è stato ribadito che il vero amore non è generico, ma personale: per educare, bisogna conoscere quali sono le dinamiche interne e le risonanze dei giovani.
I genitori sono stati partecipi e hanno avuto modo di fare anche qualche domanda. Il relatore ha dato due suggerimenti pratici per trattarli da grandi. Il primo riguarda la necessità di dare autonomia. Dopo i 7 anni i bambini sono ritenuti potenzialmente grandi e vanno trattati come tali. Sostiene che se li trattiamo da grandi, “diventeranno grandi”. Per esempio, suggerisce di dare la mancia ai figli come un diritto, anche se poca, per educarli al sacrificio e alla gestione. Il secondo consiglio riguarda gli ingredienti per una comunicazione efficace con i ragazzi per evitare di incasellare le azioni che loro compiono all’interno del dualismo “bene/male”. La comunicazione dovrebbe essere empatica e partire dai sentimenti che prova l’educatore mentre si rivolge al ragazzo, deve poi procedere a dare un giudizio elencando in modo oggettivo quello che il ragazzo ha sbagliato e quello che il ragazzo ha fatto bene e rilanciare al positivo per dire ai giovani che possono sempre fare bene e meglio.
Il Dott. Aceti ha concluso ricordando che il nemico più grande è lo “scoraggiamento”.
Gli stimoli e l’interesse sono stati molti, grande è stato l’apprezzamento da parte delle molte famiglie e molti si sono fermati per un confronto rapido con Ezio Aceti e per acquistare alcuni dei suoi libri. L’incontro ha sicuramente acceso molte domande grazie alla passione educativa che ci ha trasmesso grazie alla sua professionalità e alla sua allegria.




