Ecco la storia del restyling del nostro logo
Ci avete messo un anno per fare un cerchio?
Questa è la domanda che potrebbe suscitare il primo impatto con i risultati di un lavoro graduale e progressivo che ha portato alla realizzazione del nuovo logo dell’Istituto Salesiano San Marco.
Ma i grafici che se ne sono occupati mettono le mani avanti: è stata una lunga incubatrice, fatta di rifiuti (anche di 7/8 versioni in una volta!), di idee, di creatività, di spontaneità, ma anche di casualità, come accade quando si è in cerca di ispirazione.
Il logo precedente, ormai “vecchio” di circa 12 anni, necessitava di essere reso più attuale e moderno, e forse anche più comprensibile.
Nel restyling si è rifatto il ragionamento di sintesi frutto di un confronto accurato già compiuto anche in passato, ma le cose che si voleva rendere presenti all’interno del logo erano troppe e troppo eterogenee. Ha vinto, perciò, l’idea di un denominatore comune capace di raccontare chi vuole essere il San Marco: il punto di vista comune, che metteva d’accordo tutti, è il lavorare sull’educazione dei giovani e l’elemento distintivo è, infatti, la formazione della persona. Formazione che è salesiana, ma anche tecnica e professionale, indipendentemente dall’indirizzo.
D’altro canto, si voleva giocare su un logo che fosse costituito di un elemento, dotato, a sua volta, di sotto elementi che rimandassero al logo principale, date le molteplici realtà che caratterizzano il San Marco: ciascuna anima, quindi, con una propria identità, senza che tuttavia fosse difficile ricondurla a quella principale.
Si è scelta perciò la strada della sintesi assoluta, individuando un codice comunicativo primordiale, forse scontato e banale, ossia la forma geometrica: eppure, nella sua semplicità, la forma geometrica trasmette l’idea di scuola, determina uno spazio.
Un ragionamento che ha avuto inizio dal primo logo, il cerchio che rappresenta il San Marco, e che poi si è declinato per tutti gli altri, abbinando il numero dei lati al tempo del percorso: così il cerchio rappresenta la formazione integrale della persona, a tutto tondo, la ripetitività dell’azione educativa, la completezza; il triangolo è il percorso triennale del Cfp, il pentagono il quinquennio dell’Itt, l’esagono rappresenta il post diploma.
Pur mantenendo le differenze cromatiche (ad esempio arancione per il Cfp, azzurro per l’Itt) e risultando dei loghi autonomi, sono tutti facilmente abbinabili a quello principale del San Marco.
Stratificando i ragionamenti, si tratta metaforicamente di un processo di evoluzione: ogni ragazzo arriva al San Marco come fosse materia grezza, “primordiale”, che va smussata negli angoli e che ha come obiettivo il cerchio. Il percorso al San Marco (in qualsiasi momento della vita) tende simbolicamente verso il cerchio ideale.
L’elemento geometrico, tuttavia, si vede sempre solo in parte, a metà: come di un iceberg si vede solo la parte emersa, così quando entri in contatto con il San Marco riesci sempre a vedere solo una parte di questa grande e sfaccettata realtà. La metafora dell’iceberg inoltre dice che facciamo emergere il meglio e diamo evidenza alla parte migliore di ciascuno, anche se poi sotto c’è molto altro.
Infine, la metà di queste forme geometriche ben rappresenta una “casa che accoglie”, come amano definirsi ed essere le realtà salesiane: un tetto che ti copre e che ti protegge (dalla forma più semplice, la tenda, a quella più complessa, l’edificio all’avanguardia).
Si tratta di segni semplici che lasciano aperta la possibilità di altri ragionamenti, per permettere altre letture.
L’identità visiva del San Marco è, in aggiunta, dinamica: non ha un unico logo e interagisce tra la parte verbale e la parte visiva. Non esiste una cristallizzazione del logo e ciò permette di utilizzarlo secondo una declinazione più consona per ciascuno, a seconda delle circostanze.
Anche il lettering ha visto un ragionamento ad hoc: si è optato per un disegno da zero con l’obiettivo di dare un’identità forte a una realtà con un “naming” che rende difficile l’originalità, dato che di “San Marco” ce ne sono in gran quantità nel contesto veneziano.
L’unico cameo di Venezia, memore della storia di questo istituto, è il rimando ai “nizioleti” sulle calli veneziane, il cui utilizzo è altrettanto emblematico: indicare la strada, avere una funzione di orientamento, che si associa ai precedenti ragionamenti sull’attenzione all’educazione.
Il nome della scuola risulta tutto maiuscolo con una lettera minuscola, la “r”, che è un altro esempio di come la ricerca di una soluzione grafica di comodità e la motivazione possano fondersi in un risultato originale: i ragazzi, quando arrivano, non sono come noi vorremmo che fossero, sono “fuori luogo”, ma alla fine il percorso di maturazione ed educazione li rende altrettanto unici ma ben “contestualizzati”.
Gradualmente, il nuovo “vestito” del San Marco sarà “indossato” sul sito, sulla carta intestata, sui biglietti da visita, sui depliant, sui libretti, sui diari, sui badge, sulla segnaletica.
Un “branding book” (che sarà caricato anche sul sito) racconterà il lungo iter di regole, scelta dei colori, lettering etc. che ha condotto la riflessione a questo risultato, che è solo una delle tante novità con cui accogliamo, in questi giorni di inizio anno scolastico, i nostri studenti.