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F.P.S.: Felici per sempre (non felici per se stessi!) – Torino 2019

Vuoi essere felice?

Don Bosco oggi te lo chiede, e tu cosa rispondi?

Ovviamente risponderesti di sì, ma forse un’altra domanda che devi porti è: “Per cosa, per chi sono al mondo? Quale sogno ho nel cuore?”

Nella settimana dal 6 al 10 maggio le classi seconde dell’Istituto si sono recate a Torino per il ritiro spirituale, accompagnate dai rispettivi coordinatori e da alcuni insegnanti. In quei giorni tutto ha portato a riflettere sulla felicità e sul sogno.

La visita ai luoghi in cui è vissuto don Bosco ha caratterizzato la maggior parte dell’itinerario, che durava tre giornate.

Il primo giorno Colle don Bosco, in provincia di Asti, ha accolto i ragazzi con la sua basilica che svetta già da ben prima che si arrivi davanti ad essa, con la cupola e il campanile che si stagliano nel cielo in mezzo al bel paesaggio piemontese che ha visto nascere il piccolo Giovanni Bosco.

I ragazzi hanno fatto un silent journey (una guida da ascoltare con le cuffie) attraverso i vari luoghi che caratterizzano il colle: la basilica, la casetta dove è vissuto don Bosco, il piccolo santuario di Maria Ausiliatrice, il pilone del sogno dei 9 anni.

Questo silent journey è stato molto apprezzato per le musiche che accompagnavano l’itinerario, per la modalità in cui venivano raccontati i vari luoghi e per i gesti particolari che veniva chiesto di compiere.

Nella condivisione per classi i ragazzi hanno poi potuto sottolineare ciò che più li aveva colpiti. In particolare è emersa la meraviglia per la costruzione della basilica, a forma di nave rovesciata, l’affidamento di una propria fatica alla statua di Maria Ausiliatrice e l’essersi accorti che san Giovanni Bosco è partito per la sua missione con pochi mezzi, ma con un grande desiderio nel cuore. I nostri ragazzi…prendono davvero le cose sul serio!

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Giunti poi a Valdocco, dopo la cena, si è giocato in oratorio. Una serata movimentata e vivace che ha chiuso una giornata bella e impegnativa, in previsione di un altro giorno altrettanto ricco!

La mattinata seguente, infatti, si è partiti alla volta di Chieri, dove Giovanni Bosco si recò per studiare e – poi – per entrare in seminario e diventare sacerdote.

In particolare al Caffè Pianta, dove il santo venne ospitato in cambio di lavoro, i ragazzi sono rimasti di stucco nel vedere il giaciglio dove egli dormiva e studiava al lume di candela. “Quante comodità abbiamo noi, che spesso ci lamentiamo!”: questo il pensiero più comune.

Il periodo di sacrifici che don Bosco ha vissuto a Chieri ha fatto riflettere molto su cosa ciascuno di noi è disposto a dare, a cosa rinunciare, per realizzare i nostri sogni più grandi. È una domanda un po’ scomoda che anche noi adulti, noi insegnanti, dobbiamo porci: la fatica c’è, sì, ma ne vale la pena? La meta da raggiungere vale uno sforzo in più, o tanto vale che le cose vadano da sé senza che noi ci mettiamo in gioco? Per chi sto facendo tutto questo?

Il pomeriggio, a Torino, ci si è divisi tra Museo dell’Automobile, Museo Egizio, City Sightseeing, Museo del Cinema. La sera, per la gioia di tutti, una bella pizza ha chiuso un’altra giornata torinese.

L’ultima mattinata a Valdocco, luogo dove si sono realizzati i sogni di don Bosco, si sono visitati alcuni luoghi molto importanti: la Basilica di Maria Ausiliatrice in cui i ragazzi hanno affidato a don Bosco in persona il proprio sogno, la Cappella Pinardi da cui è partito l’oratorio, la chiesetta di San Francesco di Sales che ha visto don Bosco e i suoi giovani vivere la fede con intensità.

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A chiudere l’esperienza, prima di celebrare insieme la Santa Messa, la stesura di una lettera ad un adulto della scuola a cui raccontare qual è il sogno che si porta nel cuore, per condividerlo e chiedere un aiuto a realizzarlo. Un bell’aggancio in cui si può costruire un rapporto di fiducia tra professori, salesiani e ragazzi.

Torino e i luoghi salesiani non sono posti scontati, mai, nemmeno per chi li ha visitati più volte e in più occasioni. Le loro pietre sono vive!

Ciascun posto nel mondo racconta la storia di chi lo ha vissuto; in particolare lì ci si trova a tu per tu con san Giovanni Bosco che – pur essendo santo – è una figura che si sente tanto vicina. Partito dal nulla, dai Becchi, è giunto a costruire una realtà accogliente che ha cambiato la vita a tanti ragazzi della sua Torino, in particolare a quelli che non erano amati da nessuno. Ha dovuto lavorare tanto su di sé, per il carattere difficile che aveva, ma si è lasciato plasmare e accompagnare, con fede, non perdendo mai di vista il suo sogno più grande: vedere i giovani felici, per sempre. Ha imparato fin da subito che da soli non si va molto lontano, che aveva bisogno degli altri e dell’aiuto di Dio e di Maria (non per niente fu proprio lui che volle si diffondesse la devozione a Maria AIUTO dei Cristiani!). Don Bosco stesso ha affermato una volta “Ho sempre avuto bisogno di tutti”…credo che questo sia molto importante, una bella lezione di vita per ciascuno di noi!

Egli è così riuscito a realizzare ciò che aveva intuito a 9 anni e, se anche noi siamo qui oggi, in questa scuola, dobbiamo essergli grati.

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Per come lo conosco io, però, don Bosco non vorrebbe mai ci limitassimo a dirgli “Bravo! Bel lavoro! Grazie!”, ma vorrebbe che anche noi facessimo la nostra parte.

Il suo desiderio è quello di vederci strabordanti di felicità ora e in eterno, sì, ma vivendo al massimo, facendo fatica per fare della nostra vita un capolavoro di Bene e di Dono!

Questo è ciò che personalmente mi porto a casa da questi giorni a Torino: la voglia di mettermi più di impegno in ciò che faccio ogni giorno, soprattutto le piccole cose, e cercare di non fare mai nulla per me stessa, ma mettendo gli altri prima, in particolare nelle mie intenzioni.

Solo così sono certa che sarò davvero Felice.

Specialmente, però, mi auguro che tutti i ragazzi delle classi seconde, dopo questa gita, abbiano nel cuore la consapevolezza che ciascuno può compiere nella vita cose grandi e belle, con l’aiuto di persone e guide di fiducia, come ha fatto don Bosco. E magari che risuonino in loro le scomode ma bellissime domande: VUOI ESSERE FELICE? QUALE SOGNO HAI NEL CUORE?

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