IL SAN MARCO SUL PODIO NEL MONDO DELLA GRAFICA E DEL DIGITALE

By Laura Campaci,

Recentemente il San Marco è salito sul podio più di una volta, nelle competizioni del mondo grafico e digitale, grazie ai suoi talentuosi studenti.

Un primo posto, a parimerito con uno studente del San Zeno, se lo è aggiudicato Riccardo Vedovato, 3grC, che ha partecipato al Concorso Nazionale Cnos-Fap dei Capolavori nell’area digitale e informatica, svoltosi dal 7 al 10 Maggio all’Istituto Salesiano San Zeno di Verona, e di cui abbiamo già parlato qui.

La medaglia d’oro è stata conquistata anche da tre studenti di 5AItt nella edizione primaverile di “Creative Hero”, il contest dedicato agli studenti delle scuole di grafica: la squadra “Owl” di Enrico Lanza, Edoardo Albertini e Anna Doglioni ha colpito la giuria con un progetto di packaging per un brand di integratori, la Unifarco di Belluno.

La “maratona” creativa, ospitata sabato 13 aprile scorso a Vicenza, nelle sale del Centro Congressi Confartigianato, è nata in realtà nel 2017 proprio da un’iniziativa del nostro Istituto. La prima novità di questa edizione primaverile è stata la partecipazione di scuole di Grafica provenienti da più aree d’Italia, in tutto sette: oltre all’ISSM, hanno partecipato, infatti, gli studenti degli istituti San Gaetano di Vicenza, Scotton di Breganze, Pio XI di Roma, Padri Somaschi di Ariccia e Patronato San Vincenzo di Bergamo.

Cinquanta squadre iscritte, centocinquanta studenti e venti tra insegnanti e formatori.

Il tema della sfida, organizzata in collaborazione con Confartigianato Imprese Vicenza e, in particolare, con il Sistema Comunicazione dell’associazione provinciale, era dedicato al mondo delle etichette e della creatività al servizio del packaging.

Assieme ai promotori, partner ufficiali dell’evento sono stati Tic Tac Stampa di Thiene per il contributo tecnico e operativo, Epson, che alle scuole partecipanti ha regalato una stampante ad altissima definizione, e la rivista “Print” per il supporto mediatico.

La formula prevede una prima selezione dove si individuano i migliori progetti di ciascuna scuola partecipante, mentre la seconda decreta il “Creative Hero” a livello nazionale dopo un’ulteriore presentazione tra i vincitori della prima fase.

Le imprese che hanno sottoposto ai ragazzi le richieste da sviluppare durante la gara erano tre: Miti spa (distributore settore GDO, Piovene Rocchette), Dal Monte (pasticcerie di Valli del Pasubio) e la bellunese Unifarco. Una giuria di professionisti ha scelto i tre migliori lavori e le rispettive squadre, una per ciascun prodotto. Infine, la giuria ha individuato il team vincitore, che ha conquistato l’ambìto trofeo stampato in 3D da 3DVenice.

Due dei tre team giunti in finale appartengono all’ISSM: oltre a Lanza, Albertini e Doglioni, che sono stati decretati poi vincitori assoluti, anche alla squadra di Nicole Pattaro, Chiara Pinzan e Camilla Simionato è stato consegnato un premio di 500€, riservato ai vincitori.

Un secondo posto, invece, è quello ottenuto da cinque nostri studenti – Agnese Baldan (4IttB), Jacopo Pagliaroto, Giulia Bianco (4IttA) e Pietro Saccon (3IttB) e Gioia Gasparini (3grB) – che hanno partecipato all’edizione 2019 delle Olimpiadi della Stampa per le Scuole Superiori di indirizzo Grafico, Comunicazione, New-Media organizzato a Segrate (Milano). Ventuno gli istituti che si sono sfidati il 18 e 19 maggio all’iniziativa creata e promossa da ARGI, l’Associazione Fornitori Industria Grafica, in collaborazione con ENIPG (Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica). Un progetto per stimolare e valorizzare i giovani talenti che studiano Grafica e Comunicazione e per promuovere l’efficacia della stampa nel marketing multicanale.

Obiettivo delle Olimpiadi è di mettere in evidenza i valori della stampa nel media-mix delle attività di comunicazione, di marketing e di publishing.

I team delle scuole che hanno partecipato, erano composti da cinque “Champion” che si sono messi in gioco in una competizione Pentathlon basata su 5 tipi di prove: Attualità, Tecnologia, Pratica grafica e Abilità creativa più una prova ludica.

I nostri campioni hanno affrontato la prima giornata di gare chiudendo al primo posto il loro girone eliminatorio dopo aver superato prove di cultura generale, attualità, Tecnologia grafica e Progettazione. Il giorno successivo hanno gareggiato nelle fasi finali della manifestazione, ottenendo un ottimo secondo posto, a soli due punti dall’Istituto Salesiano San Zeno vincitore della gara.

È notevole la soddisfazione per gli ottimi risultati ottenuti nelle prove tecniche, sia Tecnologia, che soprattutto Progettazione; – racconta il prof. Enrico Biancardi,  che ha accompagnato i ragazzi alla competizione – il nostro elaborato grafico ha ottenuto il massimo del punteggio e i complimenti della giuria per le doti di creatività e precisione realizzativa dimostrate.”

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Cronaca di un’esperienza fantastica del vincitore del Concorso dei Capolavori nell’area digitale

By Riccardo Vedovato,

Dal 7 al 10 Maggio all’Istituto Salesiano San Zeno di Verona si è svolto il Concorso Cnos-Fap dei Capolavori riguardante il settore digitale e informatico. Io sono stato scelto come rappresentante del San Marco per cercare di portare a casa la vittoria a livello nazionale contro gli altri Istituti salesiani d’Italia che vi partecipavano.

Una volta arrivati, tutti e 16 i partecipanti hanno ricevuto una presentazione precisa e molto dettagliata di ciò che avremmo dovuto affrontare: quattro prove della durata di quattro ore ciascuna che ci avrebbero portato a mettere in gioco le nostre affinità con la tecnologia.

La prima prova è quella con cui abbiamo cercato di conoscere i nostri compagni e la scuola perché è stata una caccia al tesoro digitale in cui, a coppie casuali, bisognava trovare vari biglietti in giro per l’Istituto con cui affrontare delle prove che ci avrebbero condotti ai livelli successivi. In questa occasione ho fatto le prime amicizie.

La seconda prova ci chiedeva di realizzare un video, che parlasse di noi e del nostro approccio con la tecnologia, con l’app “spark video”; il video doveva avere determinate caratteristiche come la lunghezza di 60 secondi e rispondere ad almeno cinque domande sulla nostra vita digitale.

Nella terza prova, infine, abbiamo usato i nostri crediti, guadagnati con la prima prova, per avere dei collaboratori che dalla nostra scuola di provenienza ci aiutavano, a distanza, per creare un sito Internet riguardo aspetti problematici della Rete, come per esempio la “vendita truffa”, che è ciò che hanno assegnato proprio a me, e su cui creare una guida in stile “WikiHow” per evitare queste trappole e per denunciare se ne si è vittima.

La quarta e ultima prova è stata una presentazione del nostro lavoro alla commissione fatta di professori e preside dell’Istituto San Zeno e importanti figure dell’ambiente di collaborazione tra scuola e aziende. La presentazione aveva inizio con il nostro sito per andare al video e concludere rispondendo ad alcune domande, qualora ce ne fossero state.

L’ultimo giorno ci sono state le premiazioni in una sfarzosa sala conferenze di Verona ed è lì che ho scoperto di essere arrivato primo, a parità di punti, insieme ad un ragazzo del San Zeno: è bellissimo sentirsi chiamare per ricevere il primo premio ed è un’emozione che auguro di provare a tutti nella vita.

Le giornate, comunque, non sono state dure come magari si può credere se si pensa ad otto ore di prove al giorno, infatti la sera erano organizzate sempre delle attività divertentissime, dal calcio alla pallavolo al rafting in gommone sull’Adige.

Insomma, sono davvero felice dell’esperienza vissuta a Verona, non tanto per la vittoria, ma per le persone che ho incontrato; mi ritengo molto fortunato ad aver conosciuto coloro che con me hanno affrontato la competizione perché tutti, dal primo all’ultimo, sono persone fantastiche e mi è dispiaciuto aver passato così poco tempo con loro. Il clima tra tutti noi era di una competizione sana e non ostile, anzi, tutti parlavano con tutti delle proprie passioni e della propria vita come se ci conoscessimo da anni.

Quest’esperienza mi è piaciuta molto in tutte le sue sfaccettature e sono sicuro che se potessi rifarla, la rifarei altre mille volte e colgo l’occasione per ringraziare l’ISSM che mi ha dato la possibilità di partecipare a queste giornate di divertimento e sudore per il primo posto. Inoltre vorrei fare un ringraziamento speciale ai nostri accompagnatori che sono stati disponibili e simpaticissimi e un grazie va anche ai tre ragazzi che mi hanno aiutato nella terza prova. E da ultimo, ma non per importanza, grazie a tutti coloro che, solo partecipandovi, hanno reso quest’esperienza bellissima.

F.P.S.: Felici per sempre (non felici per se stessi!) – Torino 2019

By Chiara Succol,

Vuoi essere felice?

Don Bosco oggi te lo chiede, e tu cosa rispondi?

Ovviamente risponderesti di sì, ma forse un’altra domanda che devi porti è: “Per cosa, per chi sono al mondo? Quale sogno ho nel cuore?”

Nella settimana dal 6 al 10 maggio le classi seconde dell’Istituto si sono recate a Torino per il ritiro spirituale, accompagnate dai rispettivi coordinatori e da alcuni insegnanti. In quei giorni tutto ha portato a riflettere sulla felicità e sul sogno.

La visita ai luoghi in cui è vissuto don Bosco ha caratterizzato la maggior parte dell’itinerario, che durava tre giornate.

Il primo giorno Colle don Bosco, in provincia di Asti, ha accolto i ragazzi con la sua basilica che svetta già da ben prima che si arrivi davanti ad essa, con la cupola e il campanile che si stagliano nel cielo in mezzo al bel paesaggio piemontese che ha visto nascere il piccolo Giovanni Bosco.

I ragazzi hanno fatto un silent journey (una guida da ascoltare con le cuffie) attraverso i vari luoghi che caratterizzano il colle: la basilica, la casetta dove è vissuto don Bosco, il piccolo santuario di Maria Ausiliatrice, il pilone del sogno dei 9 anni.

Questo silent journey è stato molto apprezzato per le musiche che accompagnavano l’itinerario, per la modalità in cui venivano raccontati i vari luoghi e per i gesti particolari che veniva chiesto di compiere.

Nella condivisione per classi i ragazzi hanno poi potuto sottolineare ciò che più li aveva colpiti. In particolare è emersa la meraviglia per la costruzione della basilica, a forma di nave rovesciata, l’affidamento di una propria fatica alla statua di Maria Ausiliatrice e l’essersi accorti che san Giovanni Bosco è partito per la sua missione con pochi mezzi, ma con un grande desiderio nel cuore. I nostri ragazzi…prendono davvero le cose sul serio!

Giunti poi a Valdocco, dopo la cena, si è giocato in oratorio. Una serata movimentata e vivace che ha chiuso una giornata bella e impegnativa, in previsione di un altro giorno altrettanto ricco!

La mattinata seguente, infatti, si è partiti alla volta di Chieri, dove Giovanni Bosco si recò per studiare e – poi – per entrare in seminario e diventare sacerdote.

In particolare al Caffè Pianta, dove il santo venne ospitato in cambio di lavoro, i ragazzi sono rimasti di stucco nel vedere il giaciglio dove egli dormiva e studiava al lume di candela. “Quante comodità abbiamo noi, che spesso ci lamentiamo!”: questo il pensiero più comune.

Il periodo di sacrifici che don Bosco ha vissuto a Chieri ha fatto riflettere molto su cosa ciascuno di noi è disposto a dare, a cosa rinunciare, per realizzare i nostri sogni più grandi. È una domanda un po’ scomoda che anche noi adulti, noi insegnanti, dobbiamo porci: la fatica c’è, sì, ma ne vale la pena? La meta da raggiungere vale uno sforzo in più, o tanto vale che le cose vadano da sé senza che noi ci mettiamo in gioco? Per chi sto facendo tutto questo?

Il pomeriggio, a Torino, ci si è divisi tra Museo dell’Automobile, Museo Egizio, City Sightseeing, Museo del Cinema. La sera, per la gioia di tutti, una bella pizza ha chiuso un’altra giornata torinese.

L’ultima mattinata a Valdocco, luogo dove si sono realizzati i sogni di don Bosco, si sono visitati alcuni luoghi molto importanti: la Basilica di Maria Ausiliatrice in cui i ragazzi hanno affidato a don Bosco in persona il proprio sogno, la Cappella Pinardi da cui è partito l’oratorio, la chiesetta di San Francesco di Sales che ha visto don Bosco e i suoi giovani vivere la fede con intensità.

A chiudere l’esperienza, prima di celebrare insieme la Santa Messa, la stesura di una lettera ad un adulto della scuola a cui raccontare qual è il sogno che si porta nel cuore, per condividerlo e chiedere un aiuto a realizzarlo. Un bell’aggancio in cui si può costruire un rapporto di fiducia tra professori, salesiani e ragazzi.

Torino e i luoghi salesiani non sono posti scontati, mai, nemmeno per chi li ha visitati più volte e in più occasioni. Le loro pietre sono vive!

Ciascun posto nel mondo racconta la storia di chi lo ha vissuto; in particolare lì ci si trova a tu per tu con san Giovanni Bosco che – pur essendo santo – è una figura che si sente tanto vicina. Partito dal nulla, dai Becchi, è giunto a costruire una realtà accogliente che ha cambiato la vita a tanti ragazzi della sua Torino, in particolare a quelli che non erano amati da nessuno. Ha dovuto lavorare tanto su di sé, per il carattere difficile che aveva, ma si è lasciato plasmare e accompagnare, con fede, non perdendo mai di vista il suo sogno più grande: vedere i giovani felici, per sempre. Ha imparato fin da subito che da soli non si va molto lontano, che aveva bisogno degli altri e dell’aiuto di Dio e di Maria (non per niente fu proprio lui che volle si diffondesse la devozione a Maria AIUTO dei Cristiani!). Don Bosco stesso ha affermato una volta “Ho sempre avuto bisogno di tutti”…credo che questo sia molto importante, una bella lezione di vita per ciascuno di noi!

Egli è così riuscito a realizzare ciò che aveva intuito a 9 anni e, se anche noi siamo qui oggi, in questa scuola, dobbiamo essergli grati.

Per come lo conosco io, però, don Bosco non vorrebbe mai ci limitassimo a dirgli “Bravo! Bel lavoro! Grazie!”, ma vorrebbe che anche noi facessimo la nostra parte.

Il suo desiderio è quello di vederci strabordanti di felicità ora e in eterno, sì, ma vivendo al massimo, facendo fatica per fare della nostra vita un capolavoro di Bene e di Dono!

Questo è ciò che personalmente mi porto a casa da questi giorni a Torino: la voglia di mettermi più di impegno in ciò che faccio ogni giorno, soprattutto le piccole cose, e cercare di non fare mai nulla per me stessa, ma mettendo gli altri prima, in particolare nelle mie intenzioni.

Solo così sono certa che sarò davvero Felice.

Specialmente, però, mi auguro che tutti i ragazzi delle classi seconde, dopo questa gita, abbiano nel cuore la consapevolezza che ciascuno può compiere nella vita cose grandi e belle, con l’aiuto di persone e guide di fiducia, come ha fatto don Bosco. E magari che risuonino in loro le scomode ma bellissime domande: VUOI ESSERE FELICE? QUALE SOGNO HAI NEL CUORE?

Le terze Cfp insieme con allegria a Monaco!

By Laura Campaci,

Monaco è diventata ormai una meta tradizionale per la gita conclusiva del percorso triennale dei ragazzi del Cfp: tre giorni che percorrono delle tappe costanti che, tuttavia, acquisiscono sempre colori ed emozioni nuove attraverso gli occhi dei partecipanti al viaggio.

Dal 15 al 17 aprile, perciò, le tre terze grafiche, la terza meccanici, la terza elettro e la terza duale hanno viaggiato insieme a suggellare la fine di questi anni trascorsi al Cfp.

La prima tappa è consistita nell’esplorazione delle miniere di sale di Salisburgo, al cui interno – tra scivoli, camminate in stretti cunicoli e traversate in barca – si osservano le condizioni di lavoro di tanti minatori che nei secoli hanno orbitato intorno a un luogo strategico per le attività economiche del territorio austriaco.

Il viaggio poi è continuato verso Monaco, dove si è giunti in serata: giusti in tempo per una breve passeggiata nel centro storico e poi cena nella più celebre birreria della città, la Hofbräuhaus.

Il secondo giorno è stato dedicato alla visita, nella mattinata, al campo di concentramento di Dachau, poco distante dal capoluogo della Baviera. Qui i ragazzi hanno potuto vedere e comprendere più da vicino la realtà di un lager, il primo di questo tipo, che è stato poi modello per i successivi costruiti dopo il 1933. Una visita ricca di emozioni e di riflessioni, preceduta dalla messa celebrata da don Michele Bortolato nella cappellina vicina all’ingresso al campo.

Nel pomeriggio, poi, i ragazzi si sono divisi in due gruppi: uno si è recato al Museo della BMW, che presenta la storia ed i modelli che hanno reso celebre nel mondo la casa automobilista bavarese, mettendo in mostra l’evoluzione storica delle competenze e delle forze innovative del marchio stesso; il secondo gruppo, invece, ha sognato ad occhi aperti all’interno del modernissimo stadio Allianz Arena, sede delle partite delle due squadre di calcio della città, il Bayern Monaco e il Monaco 1860.

Nel tardo pomeriggio si è poi continuata l’esplorazione del centro storico di Monaco con un paio d’ore di libertà per i ragazzi, fino a ricongiungersi, in serata, per la cena.

L’ultimo giorno è stato destinato alla visita al museo dedicato alla scienza e alla tecnica più grande del mondo: il museo si propone di evidenziare, sullo sfondo storico-culturale, i momenti più importanti nel campo della ricerca, delle invenzioni e delle costruzioni dalle origini ad oggi e di spiegarne il significato e le conseguenze. I ragazzi erano stati precedentemente preparati ad assistere anche ad esperimenti dimostrativi legati all’elettromagnetismo, come la gabbia di Faraday.

Dopo il pranzo al sacco è giunto il tempo di ripartire: tutti in autobus per altre sei ore di viaggio durante le quali, tuttavia, i ragazzi non si sono certo annoiati, tra pisolini, film e grandi sfide al karaoke.

Il viaggio si è rivelato un’occasione, ancora una volta, per condividere dei bei momenti che – al di là del loro valore culturale – ci hanno ricordato le importanti parole di don Bosco quando diceva “Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. E i nostri giovani hanno dimostrato, opportunamente guidati e accompagnati, di saper riconoscere la semplicità e la bellezza dell’allegria autentica.

Una bella “toccata e fuga” a Lubiana per le classi Quarte!

By Chiara Pinzan e Sabrina Cipelli,

Nei giorni 3-4 aprile le classi Quarte Itt sono partite alla volta di una meravigliosa avventura a Lubiana, la capitale della Slovenia, accompagnate dai professori Enrico Biancardi, Martina Pelosin, Ismaele Furlan e Carlo Spironello.

È stata una delle prime gite in assoluto per le Quarte, in quanto questa tipologia di viaggio viene solitamente riservata alle Quinte, e la meta scelta è stata Lubiana, per la sua affascinante storia (Lubiana risalirebbe addirittura all’eroe greco Giasone) e la sua vicinanza; infatti è facilmente raggiungibile in poche ore di pullman.

Una delle prime tappe raggiunte è stato il Centro Internazionale delle Arti Grafiche, un edificio moderno al centro del parco più grande di Lubiana, il Parco Tivoli. Il centro al momento della nostra visita ospitava sia una mostra temporanea, la Biennale Internazionale di Grafica Lubianese, che si svolge dal 1955, che una mostra permanente, che vanta una collezione di fogli grafici dal XX secolo in poi e che ha permesso ai ragazzi un’istantanea immersione nello stile e nella storia di Lubiana.

Il viaggio è continuato con la visita della Biblioteca Nazionale e Universitaria, risalente al 1936, che è caratterizzata da trentadue colonne di marmo Podpeč, che circondano la scala centrale creando un’atmosfera magica.

Ma una vera perla nascosta e una piacevole sorpresa di Lubiana è la biblioteca nel palazzo del seminario in stile barocco, una delle prime in Europa e la prima biblioteca pubblica di Lubiana. Conservata in magnifico stato, è uno splendido esempio dello stile barocco e presenta manoscritti e mappamondi originali, risalenti anche al 1600-1700, e un magnifico affresco sul soffitto dipinto da Giulio Quaglio e che nasconde profondi significati teologici.

Ma per tornare ai tempi moderni perché non fare un salto al quartiere di Metelkova? È un quartiere che nasce come centro culturale nel 1933 e che da allora è divenuto un luogo caratteristico di Lubiana; centro di musica alternativa, sede di vari festival, performance artistiche e mostre. Le ex caserme austroungariche vennero infatti occupate in questi anni da un’associazione indipendente per proteggerle dalla demolizione, e con il passare degli anni sono state trasformate da vari artisti contemporanei. Ancora oggi è in costante cambiamento poiché presenta uno spirito vivo e libero, che stimola la creatività e dona ispirazione.

Durante tutto questo c’è stato anche spazio per il tempo libero, in cui i ragazzi hanno potuto apprezzare Lubiana osservandola da più vicino, esplorando le sue strade pittoresche e guardando ciò che più si desiderava.

È stata una fantastica occasione per i ragazzi per fare amicizia e conoscersi meglio tra di loro, per trascorrere del tempo insieme fuori dalle mura scolastiche.

La gioia che nasce dalla carità

By Don Marco Canale,

Quest’anno nell’itinerario quaresimale abbiamo riservato un’attenzione particolare ai più poveri attraverso alcune iniziative solidali. Oltre alle consuete merende del martedì (che andranno a contribuire alla ricostruzione della Siria) abbiamo pensato di proporre anche una raccolta di alimenti a favore della mensa dei padri cappuccini di Mestre.
Dal 25 Marzo al 5 Aprile i ragazzi hanno potuto depositare, nella zona appositamente allestita nell’atrio della scuola, prodotti alimentari in scatola e a lunga conservazione.
Martedì scorso, 9 aprile, abbiamo portato i pacchi a fra Paolo, responsabile della mensa.

Vi riportiamo la bella lettera che ci ha scritto per ringraziare i ragazzi e le famiglie per l’attività della raccolta alimentare:

«Essere cristiani senza gioia non è possibile». La gioia nasce dalla carità, l’atteggiamento interiore di misericordia che accoglie l’altro e dà sapore alla carità materiale. «Vivere da cristiani senza carità è una sciagura».

A nome mio, fra Paolo, a nome di fra Maurizio e degli 80 volontari con queste semplici parole vorremo dire il nostro grazie per la disponibilità dei ragazzi a svolgere una giornata di servizio presso la mensa dei Frati Cappuccini di Mestre.

E’ stata una bella avventura vissuta con la gioia nel cuore. Accogliere l’altro è si difficile ma porta grande gioia. Accogliere chi bussa alla porta è chiede un panino, un pasto caldo può essere difficile però porta grande gioia perché lì c’è Gesù.

I vostri ragazzi, le borse che ci avete donato, sono gesti che fanno capire come tutti voi siete vicini alle persone ultime, alle persone sole.
È sempre bello vedere ragazzi che si mettono in gioco anche di fronte a realtà come la povertà, come l’accogliere chi non si conosce, accogliendo un ospite (così chiamiamo i poveri) del tutto particolare. Un ospite che non conosco, che non è stato invitato da nessuno ma che cerca un posto caldo dove stare, cerca un posto sereno dove poter mangiare.
Vi ringrazio di cuore, vi auguro una buona e solenne Pasqua nella gioia del Risorto.oncludo con le parole di San Francesco: Dammi fede diritta, speranza certa, carità perfetta”.

Grazie mille
fr Maurizio, fr Paolo e i volontari

Conosciamo e stimiamo questa mensa anche perchè sia il CFP che l’ITT svolgono alcuni ritiri spirituali da loro, e riceviamo sempre una grande accoglienza dai loro volontari, dai frati, e con un contatto impegnativo ma bello con gli ospiti che frequentano la loro mensa.

G2A E G2B IN VIAGGIO CON MARTIN LUTERO!

By Chiara Succol,

Poco prima di Natale le classi G2A e G2B del CFP hanno lavorato insieme per comprendere meglio la Riforma Luterana, con una metodologia particolare.

Le due classi, guidate dalle rispettive professoresse di cultura – Eleonora Pesce e Chiara Succol – hanno vissuto un’esperienza didattica movimentata che li ha fatti mettere in gioco.

Avendo due ore di cultura in contemporanea, ogni giovedì per alcune settimane i ragazzi si sono suddivisi in due classi miste. Ciascun gruppo si spostava, alternandosi, da un’aula all’altra per approfondire – con una docente prima, con l’altra poi – un aspetto della Riforma Protestante e delle conseguenti Riforma e Controriforma Cattoliche.

Le spiegazioni sono sempre state arricchite e rese interattive dalla presentazione di immagini e foto su cui riflettere. A partire da quelle, poi, si arrivava alla spiegazione e ai concetti più importanti dell’intensissimo periodo storico in esame.

La metodologia dell’interclasse, del cambio aula, dell’alternarsi delle insegnanti ha reso accattivante e divertente un argomento senza dubbio molto impegnativo.

I ragazzi hanno dimostrato di apprezzare molto questo lavoro “in tandem” tra le professoresse e il mix di membri delle due classi.

La parte più impegnativa di questa esperienza è stata, però, il lavoro di gruppo proposto.

Gli studenti, in gruppi misti decisi dalle insegnanti, hanno dovuto programmare un viaggio in Germania, sui luoghi di Lutero! Per prima cosa hanno dovuto recarsi in alcune agenzie turistiche per richiedere dei cataloghi di viaggi, in modo da poter creare un tour credibile.

La realizzazione dei vari itinerari aveva alcuni elementi obbligatori, tra cui l’indicazione di alcuni punti dove ristorarsi alla sera e alcuni negozi particolarmente interessanti o eccentrici da segnalare per lo shopping.

I lavori prodotti dai ragazzi utilizzando l’iPad con l’applicazione CBB, non senza difficoltà, sono stati generalmente molto soddisfacenti e hanno saputo raccontare la storia di Martin Lutero attraverso i luoghi che lo hanno visto protagonista. 

La possibilità di usare siti molto conosciuti come Tripadvisor, Skyscanner, Booking ha permesso agli alunni di sperimentare concretamente cosa significhi programmare un viaggio e come ci si può muovere per capire come organizzarsi al meglio anche in base a quanto si vuole spendere, a come ci si vuole spostare, alle preferenze alimentari. È stato un lavoro sicuramente utile dal punto di vista didattico e storico, in quanto si sono approfonditi argomenti di studio e si è visto come una città oggigiorno porti ancora molte tracce del passato, ma è stata proficua anche perché ha migliorato le capacità organizzative dei ragazzi attraverso un compito di realtà.

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Ecco le impressioni di due studentesse relativamente all’esperienza:

  1. Agnese Cavedale, G2A: “A dicembre la mia classe e la 2GB hanno collaborato e vissuto un’esperienza molto importante per un lavoro assegnato dalle nostre prof.sse Chiara Succol  e Eleonora Pesce in cui bisognava inventare e preparare un viaggio in Germania che prevedesse la visita ad alcuni luoghi importanti della vita di Lutero. Alla fine del lavoro dovevamo esporre il tutto a entrambe le prof. Questa attività a me è piaciuta perché mi ha permesso di condividere del tempo con i miei ex compagni di classe. È stato anche motivo per conoscere persone che abitualmente vedevo nei corridoi della scuola; con questi ragazzi non ero riuscita mai a parlare ed in verità è stata una bella opportunità. Tutto ciò mi è servito per imparare a collaborare con compagni nuovi. L’esperienza che ho vissuto del lavoro a gruppi, ascoltando spiegazioni diverse sulla vita di Lutero e il protestantesimo, descritti dalle due prof.sse, con modi e sensibilità diverse, è stato arricchente. Ripeterei molto volentieri l’esperienza vissuta soprattutto per conoscere persone differenti da me, ed anche per cogliere sfumature diverse nella spiegazione data da due diverse insegnanti ma riferita agli stessi contenuti. Grazie mille per l’opportunità; è stata veramente una bella idea!”
  2. Laura Motta, G2B: “Dal mio punto di vista l’esperienza didattica che abbiamo fatto assieme alla 2GA è stata molto stimolante, mi è piaciuto tanto cambiare aula e professoressa a seconda dell’argomento di cui si andava a trattare. È stato molto d’aiuto l’uso di una presentazione ricca di immagini, dipinti e fotografie. Il lavoro di gruppo eseguito assieme all’altra classe ci ha fatto scoprire il territorio della Germania, ricostruendo tappe della vita di Martin Lutero e ci ha permesso di conoscerci meglio. Anche se con qualche difficoltà abbiamo imparato ad utilizzare CBB, un’applicazione che permette di creare libri digitali. È un’esperienza che rifarei molto volentieri!”

Che dire… un’esperienza così arricchente, per insegnanti e studenti, che andrà sicuramente ripetuta!

Protagonisti dell’innovazione con il progetto ScuolaIN

By Maria Stella Vivian e Chiara Pinzan,

Lo scorso 25 marzo 25 studenti della nostra scuola fra le classi III-IV-V dell’ITT si sono recati all’Istituto Kennedy di Monselice per presenziare all’evento finale del progetto “ScuolaIN” finanziato dalla Regione Veneto.

Il progetto affidato alla nostra scuola, iniziato nel Giugno del 2018, prevedeva la scrittura e l’ideazione di quattro diverse app programmate in codice swift (linguaggio di programmazione specifico per dispositivi Apple) per un totale di circa 230h tra formazione e reale progettazione.

I nostri studenti (guidati dai professori Grassi, Mialich, Giuri, Frascella, Fortuna, Sinigaglia, Pellizzon, Valletti) hanno sviluppato applicazioni per iPhone di diverso genere: una per il meteo, una per conoscere le maree – fondamentale per la nostra zona -, una per conoscere le scuole superiori vicino a sé ed avere maggiore scelta nel momento dell’iscrizione, una per avere il sito della scuola “a portata di mano”.

In occasione dell’incontro a Monselice le scuole che hanno aderito all’iniziativa della Regione hanno potuto presentare i loro progetti: chi guidato dal “design thinking”, chi dalla “flipped classroom”, chi dalla “ricerca-azione partecipata”; in ogni caso ogni scuola ha avuto modo di immergersi in tecniche didattiche innovative e riflettere sull’ambiente, sul territorio o sulla propria scuola.

Tra le tante belle idee, sono state illustrate proposte come “Colli l’attimo tour”, che consiste in una escursione di tre giorni (interamente ecosostenibile) che verte a far conoscere maggiormente il territorio dei Colli Euganei, attraverso lunghe pedalate, escursioni nei boschi, lavori nelle fattorie. Altri progetti invece vedevano gli studenti impegnati nel cogliere e proporre soluzioni alle problematiche della loro scuola, utilizzando la tecnica della “ricerca-azione partecipata”. Infine è stato presentato un progetto puramente meccanico, che ha visto gli studenti ideare, fabbricare e prototipare un utensile in grado di agevolare le manovre di carico e scarico di oggetti voluminosi e pesanti per le automobili.

Insomma, tante scuole, tante idee, moltissimi ragazzi pieni di voglia di fare: anche i professori che li hanno accompagnati in questo cammino di crescita, quando intervistati alla fine, non hanno saputo esprimere altro che la loro meraviglia e la loro gioia nel vederli crescere e imparare da esperienze uniche ed irripetibili come queste.

Scoprire le persone dietro le passioni: martedì d’interesse 2019!

By Benedetta De Rossi,

Da poco ormai si è conclusa l’ultima sessione di “martedì d’interesse” al San Marco, attività extradidattica che non comprende solo gli studenti, ma anche i professori della scuola.

Alcune ore del martedì pomeriggio, durante alcuni mesi dell’anno, vengono dedicate allo svolgimento dei più svariati interessi: dal cineforum al corso di cucina, dalla pirografia a, quest’anno, allenamento di Dragon boat.

I martedì d’interesse sono un’occasione per sperimentare qualcosa di nuovo, per mettersi alla prova o seguire le proprie passioni, sia in qualità di tutor, sia come semplice partecipante.

Ogni anno vengono messe a disposizione di noi studenti alcune attività “classiche”, fotografia, pallavolo, chitarra, e altre un po’ più inusuali come fantacalcio, balli di gruppo, giocoleria e perfino i rudimenti della rianimazione cardiopolmonare: insomma, si può trovare davvero di tutto!

Ma chi tiene questi corsi?

Come tutor possiamo trovare professori che ci svelano i segreti delle loro passioni, a volte strane e nascoste, o studenti che si mettono in gioco cimentandosi nell’insegnamento. Forse un’ora al pomeriggio per pochi martedì non è un tempo sufficiente, ma nonostante questo i martedì di interesse ci offrono la possibilità di prenderci un momento di pausa dalle materie scolastiche e di condividere anche con persone sconosciute un interesse comune, di conoscere attraverso una passione chi magari abbiamo solo incrociato in corridoio e con cui magari non avremmo mai parlato.

Un’esperienza da vivere sia come insegnante sia come iscritto, che offre la possibilità di conoscere ragazzi di altre classi, più grandi o più piccoli, del nostro indirizzo o di un altro; insegnanti che magari non avremmo mai frequentato. Non so se altre scuole permettano o diano questa possibilità ricreativa, ma penso sia un’occasione diversa dal solito che dà a tutti la possibilità di essere se stessi e imparare che ogni interesse ha il potere di unire persone diversissime o lontane.

Le classi prime alla Festa delle Scuole

By Giulia Gavagnin,

Nella giornata di mercoledì 13 marzo gli studenti delle classi prime CFP e ITT hanno vissuto a Jesolo, alla Festa delle Scuole, un’indimenticabile esperienza, condividendola con altri studenti di vari istituti Salesiani.

Inizialmente non sapevo immaginare in cosa consistesse questa gita, perché tutti pensavamo si svolgessero solo dei tornei tra le varie scuole del Triveneto sulla spiaggia. Sorprendentemente si è rivelata un’esperienza molto istruttiva e formativa in quanto abbiamo avuto la fortuna di conoscere don Claudio Burgio, che ci ha portato la sua testimonianza di sacerdote in un carcere minorile Beccaria di Milano. Ci ha raccontato la storia di alcuni ragazzi della sua comunità che lo hanno segnato maggiormente e di come lui è cambiato per avvicinarsi a loro. Lui ha imparato a relazionarsi e a interpretare il linguaggio di questi ragazzi mettendo in gioco se stesso, guardando le sue fragilità e le sue debolezze non tanto rispetto al ruolo acquisito o perché possedeva un’esperienza da prete, ma piuttosto rispetto alla sua interiorità. Lui ha capito e studiato ogni ragazzo e si è chiesto cosa li spingesse a compiere ciò che facevano ed è giunto alla conclusione che tutti commettevano dei reati per mettersi in mostra e per esibire un’identità sociale.

Durante la sua testimonianza ha citato alcuni ragazzi, tra cui uno che prima rapinava le banche e che adesso sta terminando l’università e va nelle scuole a raccontare la sua esperienza, inoltre è diventato anche educatore nella comunità di don Claudio.

Poi ha continuato la sua testimonianza con la storia di un ragazzo che si era allontanato dalla comunità ed era diventato un estremista e un terrorista dell’Isis e, poco tempo fa, don Claudio è venuto a sapere che si è costituito e che quando avrà scontato la pena vorrebbe avere la possibilità di ritornare nella sua comunità.

Tutti questi racconti sono accumunati dal fatto che, pur di fronte a scelte sbagliate e ad errori talvolta irrimediabili, si deve sempre offrire un’altra possibilità.

Ciò che mi è rimasto più impresso e che mi ha fatto riflettere di quanto detto da don Claudio riguarda quanto sia importante avere vicino degli amici “giusti”.

La giornata è proseguita con i tornei sportivi che si sono svolti in spiaggia ed è terminata nuovamente al Pala Arrex, dove ogni singola classe ha riflettuto sui temi trattati nella testimonianza e quali di questi sono più vicini a noi e ci appartengono maggiormente.

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